COSA SERVE

PER STAMPARE

IL BIANCO E NERO ANALOGICO

Come visto per la sezione dedicata alla Check List per lo Sviluppo del Bianco e Nero analogico, in questa sezione scopriamo, strumento dopo strumento, tutte le attrezzature indispensabili per stampare i nostri preziosi negativi.

Come abbiamo visto nel capitolo riguardante l’organizzazione degli spazi in camera oscura, procederemo dividendo le attrezzature in due aree chiamate: Lato asciutto e Lato bagnato.

Per ogni elemento scopriremo inoltre le sua funzionalità, una breve guida su come sceglierlo e un opzione di link rapido ad alcuni negozi online per l’acquisto.

Se sviluppiamo anche i negativi l’attrezzatura che ci serve è già in gran parte presente, ma alcune cose sono specifiche per la stampa, facciamo allora un riassunto di tutto quello che ci serve immaginando di non avere nessuna attrezzatura.  Starà a voi acquistare solamente quello che non avete già in casa. Partiamo.

Indice dei contenuti

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    LATO ASCIUTTO

    L’Ingranditore

    Gli ingranditori si dividono, principalmente in 2 categorie:

    • Ingranditori a luce condensata

    • Ingranditori a luce diffusa

    Quali sono le differenze e quale scegliere?

    Se siamo agli inizi e abbiamo la possibilità di averne uno a pochi euro questa distinzione può essere superflua, diverso è se abbiamo un budget più consistente e vogliamo indirizzarci su qualcosa che rispecchi di più il nostro modo di concepire la stampa (e la ripresa).

    Sì, perché ognuno di noi predilige un certo tipo d’immagine e a seconda dei casi può andare meglio un ingranditore a luce diffusa oppure uno a luce condensata, vediamo allora quali sono le principali differenze:

    Il Marginatore

    Focometro Paterson

    Ogni camera oscura ne possiede almeno uno, esso rappresenta una delle parti più delicate del processo di stampa: quello dell’ingrandimento dell’immagine.

    Se vogliamo stampare un negativo ci serve un ingranditore, dato che i casi in cui non serve affatto si riducono drasticamente a uno soltanto: quando facciamo provini a contatto senza ingranditore (una volta era la prassi, oggi è un eccezione).

    Testa ingranditore Durst 670

    Ingranditore Durst 670

    INGRANDITORE A LUCE CONDENSATA:

    Questo tipo di strumento utilizza una normale lampada da 150 w ad attacco piccolo (E27), uno specchio fisso inclinato di 90° che proietta la luce in una serie di vetri che condensano la luce in maniera diretta verso il negativo.

    Questo sistema ha una serie di prerogative:

    1. La luce, così diretta, esalta il contrasto del negativo (anche se questo fattore è gestibile poi in stampa con i filtri di contrasto)

    2. La stessa esalta anche però gli eventuali difetti della pellicola, come per esempio pelucchi e polvere

    INGRANDITORE A LUCE DIFFUSA:

    Questo ingranditore usa un tipo di filtro che, invece di dirigere la luce direttamente verso il basso come farebbe un ingranditore a luce condensata, fa rimbalzare la stessa in ogni direzione, arrivando quindi al nostro negativo in maniera più “variabile” e soft (grazie anche alla lastra di diffusione del filtro stesso).

    Questa modalità di diffusione ha le sue unicità:

    1. La luce arriva sul negativo anche dai lati, rendendo l’immagine apparentemente meno definita.

    2. Questa prerogativa riesce a mascherare meglio pelucchi e imperfezioni.

    Vale anche qua la regola che vede il risultato finale pressoché identico se lavorato con i giusti filtri di contrasto. Tuttavia, questa tipologia d’ingranditore ha un’anima meno “spinta” e graffiante dell’ingranditore a condensazione.

    Non esiste comunque un ingranditore migliore di un altro (a pari qualità) perché ognuno compie il proprio lavoro con delle sottili differenze, e se si è agli inizi queste differenze emergeranno qualunque ingranditore possediamo.

    Ma proviamo a vedere un po’ più da vicino di cosa è composto e a cosa dobbiamo prestare attenzione al momento dell’acquisto:

    1. Formato adatto: Ogni ingranditore è costruito per gestire solo specifici formati di pellicola. Cerchiamo quindi un ingranditore che gestisca in maniera perfetta il nostro. 35mm, 6x6, 6x7 ecc….Normalmente più costano e più formati supportano, ma a volte non è così, per cui informiamoci bene.

    2. Ogni ingranditore ha bisogno poi di un obiettivo specifico: 50mm per proiettare un negativo 35mm, 80mm per il medio formato e così via. Questo indipendentemente dal tipo d’ingranditore che stiamo cercando. Di norma, insieme all’ingranditore troviamo anche almeno il suo obiettivo standard (cioè riferito al formato nativo dell’ingranditore e di solito quello dato in dotazione al momento del primo acquisto). Nel caso non ci fosse, sul mercato se ne trovano un sacco, da 50 euro a più di 700, ma non spaventiamoci, un buon obiettivo per stampare si trova mediamente intorno ai 150 euro.

    3. Informiamoci che tutto sia in ordine prima di comprare, e non dimentichiamoci dei dettagli importanti, come ad esempio:

      • Mascherine per il portanegativi: ogni portanegativi di solito gestisce almeno due formati, si può optare anche per una mascherina con supporto di un vetrino di newton.

      • Adattatori per l’obiettivo: l’obiettivo è agganciato all’ingranditore? Facciamo una prova, se mettiamo a fuoco è tutto ok, altrimenti l’obiettivo è troppo basso o alto rispetto al suo ingrandimento e va trovato il giusto anello di fissaggio all’ingranditore.

      • Filtro rossi copri obiettivo: sotto la lente ogni ingranditore ha un filtro rosso inattinico in grado di essere spostato sotto l’obiettivo. Controlliamo che ci sia.

      • Timer adatto a quel modello di ingraditore: Il timer funziona? Se non c’è oppure se è rotto cerchiamo di vedere se è riparabile o quanto costa nel mercato dell’usato e se è reperibile ad un prezzo congruo. Avere un ingranditore senza un timer è come avere un auto senza volante, restiamo ai box.

      • Lampada principale: è la lampada originale? Se è rotta è reperibile oggi? Cerchiamo on line o chiamiamo uno dei negozi specializzati nel link qua sotto.

      • Il porta filtri è presente? Non tutti gli ingranditore ne hanno uno, ma a questo c’è un rimedio (vedi più sotto “ I filtri di contrasto”

    A chi chiedo aiuto?: Se a questo punto, o più avanti avete bisogno di un aiuto per cercate pezzi di ricambio, accessori o altre cose utili all’allestimento della camera oscura in questo articolo trovate una lista di rivenditori competenti divisi per regione.

    Un altro elemento importantissimo per la buona riuscita delle nostre stampe è proprio il marginatore. Questo strumento serve a due scopi.

    1. Tiene la carta aderente al piano di proiezione

    2. Ci consente di creare dei margini all’esterno dell’immagine.

    I marginatori si dividono poi in due categorie:

    Marginatori a 2 lame: Hanno solo due lame mobili, in questo modo dovremo, una volta asciugata la stampa, ritagliarla per togliere l’eccesso di bordo da un lato del foglio.

    Marginatori a 4 lama: Permettono l’inquadramento del foglio consentendoci di stampare al centro di esso.

    Il Timer

    Di norma ogni marca di ingranditore ha il suo timer, partire prima da quello;

    Guadare l’alimentatore dell’ingranditore, spesso da una parte del trasformatore c’è un foro di corrente apposito per il cavo proveniente dal timer; Controllare il voltaggio e le caratteristiche del Timer e vedere se combaciano; Controllare le specifiche nel libretto di uso e manutenzione dell’ingranditore; Chiedere al precedente proprietario quale usava;

    Chiamate (o ancora meglio andate) in un centro assistenza/riparazione o un negozio specializzato vicino a voi per un aiuto.

    La reperibilità dei due lame è vastissima e a prezzi molto bassi (sotto le 100 euro), mentre per un 4 lame non si spende meno di 450 euro usato e oltre i 600 euro nuovo.

    Per l’acquisto di un marginatore nuovo la scelta, in Italia, non è semplice ma, con un po’ di fortuna, qualcosa si può trovare (vedi foto sopra e link).

    Se vogliamo spendere meno proviamo sui siti di vendita e aste on line come subito.it , ebay o negozi che vendono materiale usato.

    I Filtri di Contrasto

    Marginatore per stampa bianco e nero

    foto presa da Photo19 store

    La reperibilità dei due lame è vastissima e a prezzi molto bassi (sotto le 100 euro), mentre per un 4 lame non si spende meno di 450 euro usato e oltre i 600 euro nuovo.

    Per l’acquisto di un marginatore nuovo la scelta, in Italia, non è semplice ma, con un po’ di fortuna, qualcosa si può trovare (vedi foto sopra e link).

    Se vogliamo spendere meno proviamo ad andare su siti come subito.it , ebay o negozi che vendono materiale usato.

    Il timer è un orologio digitale (o meccanico) che comando l’accensione della lampada del nostro ingranditore. Esso è fondamentale perché ci consente di eseguire sequenze di accensione/spegnimento in grado di avanzare con criterio nella costruzione di una stampa ai sali d’argento.

    Spesso è compreso nell’acquisto dell’ingranditore, ma nel caso non ci fosse bisogna fare

    attenzione alla compatibilità di un timer vs il nostro ingranditore.

    Ecco alcune linee guida:

    Timer per camera oscura Kaiser

    Timer per ingranditore Kaiser

    Indispensabili per sfruttare tutte le potenzialità delle carte multicontrasto presenti sul mercato, i filtri sono un ingrediente indispensabile per la riuscita di una stampa.

    Possiamo fare a meno di acquistarli se il nostro ingranditore possiede una testa colore, cioè se vediamo delle rotelle colorate nella parte alta dell’ingranditore. Queste rotelle non sono altro che i nostri filtri di contrasto divisi in Ciano-Magenta-Giallo (CYM, Cyan, Yellow, Magenta). La combinazione di queste tre intensità (numerate) compone un mix che equivale ai 5 gradi di contrasto (e molti di più) di tutti i filtri predefiniti in commercio.

    Ma a volte è meglio evitare di usare la testa colore, soprattutto in quei modelli di ingranditori più economici, in quanto, la frequente pressione avanti e indietro delle rotelle colore per l’impostazione dei filtri, unito alla non perfetta staticità della colonna portante, ha come conseguenza un continuo tremolio che porta ad un disallineamento dell’obiettivo e alla perdita del fuoco (cioè una stampa finale poco definita).

    Nel caso scegliessimo quindi di non usarli, si trovano in commercio di diverse grandezze a seconda del porta filtri del nostro ingranditore: piccoli, medi e grandi.

    Se non abbiamo un porta filtri (una fessura apposita nel nostro ingranditore) possiamo acquistare anche un kit con degli appositi supporti da montare sotto l’obiettivo.

    Filtri di contrasto per stampa analogica Ilford

    Ilford Multigrade - filtri di contrasto con supporto per ingranditore

    Vuoi sapere di più sui filtri di contrasto? Vai all’articolo dedicato.

    Se vuoi acquistarli:

    P.s. Se devi acquistare alcuni di questi prodotti, valuta l’idea di farlo con questi link di affiliazione ad Amazon. A te non costa nulla in più, ma facendolo aiuti questo blog a sostenersi. Grazie!

    Il Focometro

    Focometro per camera oscura Paterson

    Il Focometro è uno strumento indispensabile in camera oscura. Esso ha lo scopo di mettere perfettamente a fuoco la proiezione del nostro negativo fotografico.

    Senza questo strumento non potremmo avere stampe perfettamente nitide.

    Una volta definita la larghezza di stampa, metteremo un foglio di stampa nel marginatore, metteremo il focometro sotto la luce dell’ingranditore e, guardando la luce riflessa nell’oculare, metteremo a fuoco la grana del nostro negativo.


    Questo strumento si può trovare in quasi tutti i negozi di fotografia analogica.

    Le Carte da Stampa

    Pacchi di carte da stampa Ilford e Foma sul tavolo

    Da sinistra: Carte baritate di diversi formati

    La carta da stampa si divide in due macro categorie:

    La Carta Politenata (RC) e la Carta Baritata (FB)

    La carta da stampa si acquista nuova e il mercato offre una vasta gamma di carte da stampa di qualità.

    Una delle maggiori marche è la Ilford, seguita da Foma, Begger, Adox e Rollei.

    Per iniziare con una carta da stampa politenata possiamo scegliere tra Foma e Begger o Rollei le più (economiche) oppure Ilford o Adox (carte premium più costose).

    Abbiamo scritto un articolo di approfondimento qui, con fotografie di differenti stampe su carta politenata (rc).

    Strumenti per la pulizia del negativo

    Questi strumenti, come il panno Ilford (o simile) antistatico per la pulizia dei negativi, un soffietto d’aria, un loupe e delle forbici.

    Un Cartoncino Opaco

    Cartoncino opaco per stampa in camera oscura

    Cartoncino nero

    A cosa ci serve un pezzo di cartoncino opaco?

    Ogni volta che dobbiamo stabilire il giusto ammontare di luce per impressionare correttamente la nostra immagine sul foglio, per farlo ci serve creare una serie di test.

    Questi test, o provinature, servono a stabilire il corretto tempo di esposizione per quel dato contrasto.

    Facciamo un esempio: Una volta impostato un tempo sul timer, copriremo con il cartoncino scuro opaco, tutto il foglio di stampa, lasciando libera e alla luce una piccola striscia, faremo ora partire il timer: la prima esposizione è stata fatta.

    Una volta completato questo il passaggio, ci sposteremo indietro con il cartoncino (liberando altrettanto spazio) e ripeteremo l’operazione scoprendo man mano tutto il foglio.

    Una volta sviluppato, avremo tra le nostre mani l’intera immagine ma con gradazioni di diverse intensità. Questa operazione sarà eseguita per ogni fase della stampa prima di quella definitiva.

    Ecco perché questo cartoncino sarà il nostro alleato per moltissimo tempo.

    Luci di Sicurezza

    La luce di sicurezza, o luce rossa, o meglio ancora, luce inattinica, è il Santo Graal di ogni camera oscura.

    L’abbiamo descritta nel capitolo riguardante la progettazione della camera oscura, soprattutto come elemento inseribile in maniera più strutturata (a soffitto, a led ecc..), ma essa è anche acquistabile come oggetto da appoggiare ad un mobile, al muro o du una mensola della nostra camera oscura.

    In questo caso, una sola può essere davvero troppo poco luminosa bastare, ma questo dipende dalla grandezza della nostra stanza. Partiamo con una e poi semmai ne aggiungiamo una seconda.

    Questa lampada inattinica da camera oscura economica, in Italia si trova online su Amazon o puoi andare su Ebay. Oppure potete cercare solo le lampadine inattiniche, ma possono essere meno economiche e consumano di più in quanto ancora non a led. La soluzione migliore è certamente una luce inattinica a led, ma al momento in cui scrivo sono ancora molto costose.

    Il Piano Luminoso

    PIano luminoso Kaiser per negativi

    Piano luminoso Kaiser

    Pinze per camera oscura

    Panno antistatico per negativi Ilford

    Panno antistatico Ilford

    Luce inattinica Led per camera oscura

    Luce inattinica led

    Questo elemento, seppure non necessario alla stampa vera e propria è anch’esso legato a doppio filo con l’analisi dei nostri scatti.

    Dopo che probabilmente abbiamo sviluppato noi i nostri negativi, ci ritroviamo ora a dover capire quale funziona e quale meno.

    Per farlo la strada più corretta e utile anche nel lungo periodo è procedere con la stampa dei provini a contatto.

    E allora a cosa serve il piano luminoso?

    Serve a un sacco di cose che, è vero, finché non ce l’abbiamo sotto mano sembrano risolvibili con mezzi di fortuna (scomodissimi) ma appena la accendiamo un mondo ci si rivela di colpo attraverso i nostri negativi.

    Mai più torcicolli nel tentativo di vedere 35 fotogrammi dietro improbabili lampade da soffitto, o finestre attraversate da ogni possibile fantasia cromatica, da adesso possiamo:

    • Guardare a colpo d’occhio la qualità del negativo e l’immagine d’insieme in tutta la loro purezza

    • Controllare se abbiamo dettagli nelle ombre (nel provino a contatto non sono mai indicative per via del grado di contrasto scelto)

    • Controllare in controluce se ci sono pelucchi prima d’inserire il negativo nel porta negativi.

    • Guardare meglio una stampa di un provino a contatto, se ce la poggiamo sopra risulterà molto ben illuminata.

    Alcuni negozi trattano i prodotti Kaiser e se volete lo trovate on line qua il link Amazon.

    LATO BAGNATO

    Bacinelle di diversi formati

    Come abbiamo visto nell’articolo dedicato al lavaggio delle carte da stampa, il processo di lavaggio può essere fatto in diversi modi a seconda della carta che stiamo usando.

    Se stampiamo prevalentemente su carte politenate, uno di questi è dotarsi di una bacinella di lavaggio per carte Rc. L’uso di questa vasca è consigliato infatti soprattutto per queste carte soprattutto per la velocità di lavaggio e la praticità d’installazione (anche su un ripiano accanto al lavandino).

    Questa bacinella ha un sistema di “irrigazione” realizzato con delle scalanature sul fondo, riesce così a lavare in maniera efficiente le chimiche residue dalle nostre stampe.

    Questa bacinella è in vendita da Fotomatica.

    Oppure potete costruirne una simile a questa sulla destra usando una vasca di stampa, un tubo forato in mezzo, e un poco di ingegno per collegarla al rubinetto (e ai filtri!).

    Pinze per carte da stampa

    Sviluppo per Carte da Stampa Bellini
    Chimica Stop di Bellini per carte
    Bacinelle colorate Paterson per stampa

    Bacinelle colorate Paterson

    Le bacinelle sono appositamente costruite e trattate al fine di contenere le chimiche di sviluppo, arresto e fissaggio.

    Non solo, esse sono fatte in una specifica forma in modo tale da aiutarci, per esempio, a prendere senza fatica i fogli di stampa una volta immersi, evitando che si attacchino sul fondo (non usiamo quindi delle bacinelle piatte).

    Grazie infine alle increspature sui lati aiutano anche il rimescolamento delle chimiche.

    Non solo. Le nostre bacinelle per la carta si trovano anche di diverso colore per consentirci di usare sempre la stessa bacinella per lo stesso processo (nel caso le abbiamo comprate bianche segniamole, per esempio: sviluppo-arresto-fissaggio-lavaggio1-lavaggio2).

    Le bacinelle vengono vendute in diversi formati, a seconda delle misure dei fogli che useremo per stampare.

    Per esempio, se stampiamo su fogli 24x30,5 avremo bisogno di bacinelle di almeno questa grandezza. N.b. Nei titoli di riferimento, le misure sono semplificate, come per esempio in questo caso: le misure “24x30” delle bacinelle Paterson indicano in realtà delle bacinelle di 26x31cm, giusto quei pochi centimetri in più per contenere e gestire un foglio 24x30,5.

    Puoi trovare queste bacinelle on line su Fotomatica, o provare a vedere se le hanno nei negozi specializzati, ma non tutti hanno disponibilità dei prodotti Paterson (made in England).

    Bacinella per lavaggio carte Rc

    Vasca di lavaggio carte Paterson

    Vasca per lavaggio carte Paterson

    Vasca lavaggio carte fai da te

    Vasca per lavaggio carte fai da te

    Le pinze per carta sono delle piccole pinze che ci servono per prendere i fogli bagnati di chimica, farli sgocciolare e riporli nella bacinella successiva.

    In commercio ne troviamo un sacco, dalla plastica al bambù. Personalmente uso le classiche pinze di acciaio, sono affidabili, comode e durano per sempre, anche se per alcune chimiche particolari per esempio alcuni viraggi è preferibile non usare quelle di metallo, ma sono situazioni specifiche, e per quelle utilizzeremo pinze di plastica o altri materiali.

    Quante ce ne servono? 4 vanno bene.

    • 1 per lo sviluppo

    • 1 per lo stop

    • 1 per il fissaggio

    • 1 per il lavaggio

    Pinze per fogli da stampa in camera oscura

    Importante: Usiamo sempre la stessa pinza per la stessa funzione, altrimenti laviamole sempre bene una volta usate.

    Ecco un piccolo ripasso nell’utilizzo corretto delle pinze:

    Ogni bacinella ne ha una, e mai devono entrare in contatto(se prendiamo con la pinza A la carta nella bacinella A la stessa si fa sgocciolare nella bacinella A e si appoggia il foglio sulla bacinella B senza immergere la pinza A nella B). Una volta che i foglio A è nella bacinella B si usa la pinza B e si procede come sopra.

    Plexiglas per il controllo stampe + Tergivetro

    Lastra di plexiglas bianca

    Misurini per le chimiche

    Caraffa da un litro con tacche di misurazione

    Anche le chimiche da stampa vanno diluite, e per farlo ci servono gli stessi elementi visti nella sezione dedicata allo sviluppo della pellicola:

    • n° 1 Misurino da un litro : In questo caso il nostro obiettivo è un contenitore con beccuccio per contare l’acqua da utilizzare. Anche in questo caso ci serviranno delle tacche intermedie per almeno 20ml, quindi 9 tacche tra 0 e 100 ml.

    • n° 1 Misurino da 100ml : Ti servirà per diluire le tue chimiche di sviluppo. Dato che le diluizioni di cui avremo bisogno si basano prevalentemente su piccole parti, il misurino che cerchiamo sarà di un tipo solo: stretto e lungo abbastanza da poter misurare a occhio 2 parti per millilitro, quindi dobbiamo contare 5 tacche ogni 10 ml fino a 100ml. In foto quello che uso.

    Tre contenitori da 2 a 5 litri

    Una volta che prepariamo per esempio uno sviluppo, esso sarà riutilizzato probabilmente diverse volte. Per questo motivo è bene avere a disposizione almeno 3 contenitori da 2 litri ciascuno.

    La misura dipende dal tipo di vasca che abbiamo. Se usiamo le 24x30 si stampa tranquillamente con un litro e mezzo di chimica, se stampiamo solo 14x17 basterà un litro e almeno due per un 30x40.

    Se avete dei bidoni di acqua distillata potete usare quelli, indicandone, con una penna indelebile, il contenuto.

    tre contenitori per chimica da camera oscura

    Questo termometro è un alleato importante nel controllo della temperatura delle chimiche una volta messe nelle bacinelle di stampa. E’ costruito in modo da rimanere bloccato all’interno della bacinella (Paterson o simili) e serve appunto per darci a colpo d’occhio la temperatura delle nostre chimiche.

    Questi prodotti, e altri simili li trovate come sempre nei negozi di fotografia analogica di riferimento, come per esempio in questa pagina di Fotomatica. oppure anche online su Amazon.

    Asciugamani

    Sarà una cosa banale, ma servono sempre a portata di mano. Sia per pulire le superfici (nel caso non si abbia una vasca per contenere le bacinelle), sia per pulirsi le mani dopo essere sciacquate (ma usiamone due separati).

    Se durante la fase di stampa ci sporchiamo le mani di chimica, dovremmo sempre prima sciacquarle con acqua corrente e poi asciugarci le mani.

    Questo non tanto per una questione di sicurezza (le chimiche da stampa, viraggi esclusi, non sono pericolosi per la pelle) ma è sempre bene farlo anche per una questione di pulizia degli attrezzi (sì, anche nella parte bagnata della camera oscura dobbiamo essere il più possibile ordinati). Ma il motivo principale è soprattutto quello di non toccare mai la carta con le mani sporche di fissaggio, o altra chimica.

    L’ideale sono i rotoli di carta riciclata, in modo da non pulirsi le mani in uno straccio “contaminato”, ma qui entriamo anche in un tema ecologico, per cui ognuno sceglierà quello che riterrà opportuno.

    Asciugamani da cucina comodi in camera oscura, su Amazon

    Telaio per l’asciugatura delle stampe

    Telaio per l’asciugatura delle stampe

    Quello che abbiamo scritto in merito ai produttori di chimiche nella Checklist per lo Sviluppo vale anche per la parte di stampa.

    Le principali aziende che producono e distribuiscono in Italia le chimiche per il bianco e nero sono:

    • Ilford, Kodak, Rollei, Bellini, Tetenal

    Il processo di sviluppo dei fogli appena impressionati è composta da 4 passaggi:

    1. Sviluppo:

    2. Arresto

    3. Fissaggio

    4. Lavaggio

    Suggeriamo anche in questa fase l’uso di chimiche il più “ecologiche” possibili:

    Sviluppo per stampe analogiche - D100

    Fissaggio ecologico Bellini per camera oscura

    Chimica ecologica di fissaggio per carte

    Strofinacci per cucina

    Ad un certo punto arriveremo alla fine del processo, saremo stanchi ma felici, perché avremo per le mani la nostra creazione, una bella stampa ancora bagnata di acqua di lavaggio! E ora, dove la mettiamo? Ma su un telaio da stampa, è ovvio!

    Il telaio da stampa serve per la fase finale del processo di stampa, l’asciugatura.

    Se vuoi costruirne uno abbiamo spiegato come fare qua, altrimenti è anche possibile acquistare delle zanzariere allungabili di alluminio e arrangiarsi con quelle.

    Il concetto è uno solo, appoggiare la tua stampa, una volta lavata, su un supporto traspirante piano e teso, in modo che l’aria arrivi dal basso come dall’alto.

    Se poi vogliamo fare le cose per bene, costruiremo un sistema per inserirle e tenerle una sopra l’altra. Avete presente dove mettiamo i vassoi nel reparto ristorante dell’Ikea? Ecco, invece degli avanzi, noi ci mettiamo il menu completo!

    Scopri come costruire il tuo telaio per l’asciugatura.

    CHIMICHE PER STAMPARE IN CAMERA OSCURA

    Sviluppo : Bellini D100 - da 500ml o da 1 litro - liquido (nella foto)

    Questo è uno sviluppo dedicato alla stampa, è ecologico e una volta diluito va tenuto lontano dalla luce e usato entro sei mesi.

    Il consiglio quindi è quello di non preparare gradi quantità di chimica pronta all’uso a meno che non abbiate una consistente routine di stampa.

    Ma a parte questo, è un ottimo sviluppatore. Esiste anche la versione Warm Tone, cioè con una gradazione di sviluppo non neutra ma più calda.

    Arresto : Bellini Stop - bagno d’arresto inodore - 1 litro

    Questo arresto può essere usato anche per la fase di sviluppo, con una diluizione differente.

    Fissaggio : Bellini 100 Fix ecologico - 1 litro

    Questo fissaggio è utile anche se sviluppate, ovviamente con una diluizione apposita (in questo casa 1+10)

    Caraffa graduata 1l con coperchio

    Termometro per bacinelle

    Termometro Paterson per stampa ai sali d'argento

    Termometro per le bacinelle Paterson

    Telaio asciugatura fai da te
    rete telaio asciugatura auto costruito

    Chimica di arresto per stampe in camera oscura

    Rotolo carta

    Questa è un’altra di quelle cose che ci aiutano a lavorare di meno, e meglio. Ecco perché.

    Avere un piano inclinato (rigido) per appoggiare le nostre stampe, o le nostre strisce di provini, ci consente una cosa:due cose.

    L’asciugatura della superficie con un tergivetro quindi l’osservazione della stampa meno bagnata.

    Se non togliamo bene l’acqua dalla stampa quello che vediamo rischia di essere falsato. Usare un plexiglas ci consente di provare a interpretare la stampa un po’ meglio, ricordandoci comunque sempre che, una volta asciutta, essa sarà un filo più scura di come la vediamo in questo stato.

    La grandezza può variare dai nostri gusti, ma un 35x45, se stampiamo al massimo 30x40 può essere una soluzione.

    Possiamo trovare queste lastre da Bricoman, Leroy Merlin o altre catene di fai da te, oppure anche on line, ma in questo caso meglio toccare con mano prima di comprare.