Le donne che hanno rivoluzionato la fotografia - Seconda parte

Indice dei contenuti

    Introduzione

    Se nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato delle pioniere della fotografia, in questa seconda scopriremo come si sia evoluta e sviluppata la fotografia moderna, dai reportage per le strade di Chicago, fino alle fotografie di ritratto delle celebrities e alla fotografia come vera e propria espressione artistica.

    Helen Levitt 1913 - 2009

    Descritta dal New York Times come: "un'importante fotografa del 20 ° secolo che ha colto momenti fugaci di lirismo, mistero e drammi silenziosi per le strade della sua nativa New York", la giovane Helen Lewit inizia, finita la scuola, a lavorare presso uno studio fotografico del Bronx.

    Saranno proprio questi luoghi a ispirare il suo lavoro, con una Leica 35mm al collo, per le strade di New York. Per ben dieci anni fotografa i chalk drawings, i disegni fatti con i gessetti sulle case, sui marciapiedi e per le strade della sua città, lavoro che culmina nel libro “In the street”, considerato uno dei più importanti libri di fotografia del XX secolo.

    In questo periodo studiò e collaborò con il grande fotografo Walker Evans.

    Libri consigliati:

    Vivian Maier 1926 - 2009

    Scoperta praticamente per caso nel 2007 da un ragazzo, il futuro regista del documentario omonimo, Joan Malof che era alla ricerca di materiale per una tesi sulla sua Chicago, la storia e le fotografie di Vivian Mayer sono intrise di melanconia, realtà e poesia e ci hanno fatto scoprire i volti e la quotidianità della Chicago degli anni ‘50, a incominciare dai bambini che la animavano.

    Munita della sua Rolleiflex medio formato, Vivian scattò migliaia di rulli che rimasero in larga parte non sviluppati. La sua storia è diventata un documentario “alla ricerca di Vivian Mayer”, e contemporaneamente decine e decine di mostre in tutto il mondo.

    Le sue fotografie sono spontanee, come si dice “candid shoots”, famosa per i suoi autoritratti, le fotografie di Vivian Maier, emigrata di origini francesi (trascorse con la madre fino ai dodici anni in un paesino delle Alpi francesi), denotano una capacità tecnica unita a una coscienza fotografica non comuni.

    Letizia Battaglia 1935

    Letizia Battaglia è una delle fotografe italiane più conosciute e apprezzate a livello internazionale.

    Prima donna fotografa di cronoca, inizia la sua carriera fotografica a Milano. Tornata nella sua Palermo fonda l’agenzia fotografica “informazione Fotografica”, frequentata da esponenti di spicco come Ferdinando Scianna e Josef Kudelka, e sarà proprio a Palermo che riuscirà, in mezzo ad una vera e propria guerra tra la Mafia e lo Stato, a raccontare molto più che la mera cronaca e la sequenza degli eventi.

    Da sempre partigiana di giustizia, legata al mondo femminile e alle storie della sua gente, Letizia Battaglia ha saputo esprimere le molteplici sfaccettature di una terra che ha vissuto, e in parte vive tutt’ora, gli estremismi della malavita assieme all’umanità della sua gente.

    Nel 1995 ha vinto il prestigioso premio “Eugene Smith”, dedicato ai progetti di fotografia documentaristica particolarmente significativi. Vive e insegna fotografia a Palermo.

    Mary Ellen Mark 1940 - 2015

    Fotografa di fama mondiale, Mary Ellen si dedicò alla fotografia fin da ragazzina, rivelando da subito un talento fuori dal comune nell’instaurare rapporti con gli esseri umani di ogni tipo, e come disse lei una volta, “con una predilezione per le persone borderline”.

    Celebri le sue foto in India di Madre Teresa di Calcutta, come dei poveri e dei disagiati nell’America profonda. Fu anche una grande e prolifica fotografa di set, documentando, tra gli altri, film come Apocalipse Now e Satyricon, di Federico Fellini.

    Sono decine e decine le mostre, i riconoscimenti e i premi internazionali, dal Cornerl Capa Award fino al Robert Kennendy Journalism Award, Life e ai diversi World Press Photo e moltissimi altri vinti durante la sua incredibile carriera.

    Mary Ellen Mark - the Book of Everything

    Susan Meiselas - 1948

    Fotografa documentarista americana, seguì le spogliarelliste delle fiere di paese in Inghilterra e in America, da cui pubblicò lo storico libro “Carnival Strippers” ,1975.

    Nello stesso anno diventa membro dell’Agenzia Magnum, con cui inizia la sua collaborazione. Documenta la rivoluzione sandinista in Nicaragua, in cui scatta una delle sue fotografie più diffuse, “Molotov Man”.

    Dal Messico all’Argentina, dalla Colombia a Cuba, Susan Meiselas è una delle più serie e prolifiche fotografe documentariste dei nostri anni.

    Annie Leibovitz 1949

    Figlia di un ufficiale della Marina americana e di una ballerina, Ennie Leibovitz studia al San Francisco Art Institute con l’intenzione di diventare un insegnante d’arte, ma scopre la fotografia e se ne innamora. Passa diversi mesi in un Kibuz ad Amir, in Istraele.

    Tornata in America nel 1970, lavora per la rivista Rolling Stones divenendo presto capo fotografo, ruolo che eserciterà per oltre dieci anni, fotografando i più influenti e famosi artisti, personaggi della cultura e politici di fama mondiale.

    Divenuta un’icona a livello internazionale, Annie Leibovitz ha creato un vero e proprio stile. Famosa per i suoi ritratti di celebrities, dalla fotografia di John Lennon nudo abbracciato a Yoko Ono, dal primo piano di Maryl Streep a quello di Woopi Goldberg e all’iconico Bruce Springsteen, ha scattato per due calendari Pirelli ed è tutt’ora la direttrice di Rolling Stones.

    Fu compagna della scrittrice e critica Susan Sontag fino alla sua prematura scomparsa.

    P.s. Sarà proprio la Sontag a scrivere una delle analisi più pertinenti sul mondo delle immagini, un testo che è impossibile non citare: “Sulla Fotografia”.

    Sally Mann 1951

    Iniziata alla fotografia dal padre con un banco ottico 5x7, Sally Man muove i primi passi nella fotografia già dal liceo, in seguito si laurea in Bachelor of Art alla Hollins University.

    La sua esperienza in camera oscura prosegue quindi insieme alla pratica fotografica con il banco ottico, diventando aiuto fotografo alla Washington and Lee University.

    Sarà proprio a Washington che Sally Mann inaugurerà la sua prima mostra, e in seguito il suo primo libro fotografico:Second Sight.

    Ne farà un secondo, ma è con il terzo libro, Immediate Family, dove ritrae la vita dei suoi figli in un ambiente naturale e selvaggio, che divenne famosa in tutto il mondo. Le sue fotografie raccontano di paesaggi surreali, fantastici, un incrocio fra realtà e sogno.

    Nan Goldin -1953

    Nata a Washington, Nan Goldling usa fin dalla sua infanzia la fotografia come diario personale, legata a filo diretto al mondo LGBT, ha raccontato le fragilità e le dipendenze dall’eroina negli anni 80 con il suo più importante lavoro: The Ballad of Sexual Dependence.

    La sua fotografia è una fotografia intima che anticipa il presente. Usando più media in contemporanea, le sue fotografie sono il frutto diretto della sua stessa vita, escludendo quella separazione tra il soggetto e l’oggetto fotografato.

    The Ballad of Sexual Dependency - Nan Goldin

    Il Giardino del Diavolo - Nan Goldin

    Cindy Sherman - 1954

    Dopo una breve parentesi come pittrice, si dedica ben presto alla fotografia e, ispirata dai movimenti femministi in America, inventa il progetto “Untitled Still Films”, in cui impersonifica, con una serie di autoritratti concettuali, gli stereotipi della donna nel cinema e nella visione patinata dei mass media.

    Attrice, artista e fotografa, la Sherman rappresenta se stessa sia come soggetto fotografato, sia come fotografa. Considerata una delle massime espressioni della fotografia d’arte, le sue fotografie sono pubblicate ed esposte nelle più prestigiose gallerie e istituzioni fotografiche internazionali.

    Francesca Woodman 1958 - 1981

    Nata in una famiglia di artisti affermati, suo padre pittore, sua madre ceramista, Francesca studiò arte tra l’Italia, paese dove i suoi genitori vissero e l’America, patria di origine. Il suo primo autoritratto lo scatta a tredici anni, e da lì continuò.

    Influenzata dalla fotografia di Man Ray, Duane Michals e Arthur Fellig Weegee frequenta in Italia esponenti della transavanguardia, e mette in scena, in maniera costante e maniacale, le sue performace fotografiche.

    A diciannove anni sono già sei anni che fotografa in maniera regolare, metodica, determinata, ma nessuno pare darle retta, e i primi disturbi depressivi si affacciano nella sua vita.

    Tra l’Italia e New York, dove spera di trovare spazio come artista, il mondo di Francesca Woodman rimane ignoto ai più, rifiuto dopo rifiuto, fino alla sua prima (e unica da viva) esposizione presso la Libreria romana Maldoror, all’età di 22 anni.

    La mostra è “Some Disordered Interior Geometries” come il titolo del suo diario, consegnato, in una scatola grigia insieme alle fotografie della mostra, al proprietario della storica libreria Maldoror. E’ il 1981, e nello stesso mese, a New York, si toglierà la vita.

    Francesca Woodman - Silvana Editoriale

    Indietro
    Indietro

    Dove riparare la tua macchina fotografica analogica