Un geniale calcolatore dell’esposizione notturna dagli anni '60

La mia Rolleiflex e il calcolatore dell’esposizione

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    Le regole di allora sono valide anche oggi

    Per chi scatta in pellicola una delle sfide più grandi è la corretta esposizione in situazioni di scarsa illuminazione. Questa tipologia di scatti è comunemente chiamata “fotografia notturna”, anche se le sue regole non riguardano solamente gli scatti eseguiti dopo il tramonto, ma sono più che altro riferiti a tutte le condizioni di luminosità scarsa o particolarmente difficile, come per esempio scene a teatro, dov’è presente del fuoco, oppure piazze illuminate dai lampioni e molte altre situazioni in cui ci si ritrova a fare i conti con esposimetri incerti o completamente assenti.

    L’esperienza fa la differenza, ma non tutti abbiamo il tempo e l’esperienza alle spalle che ci viene in soccorso.

    Spesso di fronte a situazioni come queste solamente l’esperienza può fare la differenza, ma a volte anche quella non basta, le variabili della fotografia notturna, a incominciare dalle scarsità di luce fino agli estremi degli effetti di reciprocità delle pellicole, sono solo l’inizio di un viaggio che può portare a molti grattacapi.

    Quale stratagemma adottare per trovare la giusta esposizione?

    Se state pensando all’uso del flash, certamente può essere un’opzione ma, per evidenti motivi estetici (modificherà sensibilmente la luce della scena che vogliamo cogliere) non è la soluzione, inoltre dobbiamo fare i conti anche con altri limiti evidenti, per esempio la distanza del soggetto.

    Diciamo allora grazie a una persona che, con il suo grande lavoro, ci è venuto in soccorso direttamente dai tempi d’oro della fotografia in pellicola, i mitici anni ‘50 e 60’. Il suo nome è S.F. Martin e il suo lavoro si chiama:

    The Jimmy Calculator: For Night Light Exposure - 1964, by S.F. Martin

    Di S.F. Martin non si conosce molto, solamente che si prese la briga di rispondere alle domande dei fotografi di tutto il mondo (nel suo presente e nel nostro) realizzando uno strumento che, a distanza di oltre sessant’anni, ci viene in aiuto ancora oggi!

    Questo strumento, una sorta di “regolo” manuale stampabile ed utilizzabile da tutti, venne distribuito anche da una nota rivista di fotografia americana di quegli anni.

    La prima pagina delle scene divise per luminosità.

    Come è fatto e come si usa

    Il .pdf di seguito va stampato in due pagine separate, tagliato su misura (seguite le linee o l’animazione sotto) e piegato in modo da avere nelle mani un rettangolo di carta con una parte scorrevole al suo interno.

    A seconda della scena che vogliamo fotografare, muoviamo la linguetta centrale fino a far corrispondere il numero scelto con gli iso corrispondenti. Avremo così subito pronta una combinazione di Stop e di tempi di esposizioni!

    Gif animata degli step da compiere per la creazione del proprio calcolatore di esposizione per fotografie notturne

    Facciamo un esempio pratico:

    Siamo in un paesino di sera, dalle finestre esce una flebile luce, poche persone in giro, nessuna insegna luminosa o lampioni a illuminare la scena. Se guardiamo la seconda pagina delle scene elencate, troviamo una situazione simile a questa al numero 23.

    A questo punto non ci resta che allineare il foglio centrale facendo combaciare gli iso della nostra pellicola con il numero della scena appena trovata (il n° 23 nel nostro caso).

    Nella parte destra del nostro calcolatore avremo così una serie di combinazioni di Tempi/F stop (diaframmi) utili a esporre con successo il nostro scatto.

    Finito qui?

    Di fronte a scenari comunque assai variabili è sempre bene, se ne abbiamo modo, eseguire un paio di scatti di sicurezza con uno stop in più e uno in meno di quello consigliato senza preoccupiamoci di sprecare la nostra amata pellicola. Sperimentare non è mai un dispendio di risorse o di tempo, ne beneficeremo sicuramente in futuro.
    Segniamoci questi scatti in modo da capire, a fine rullino, se occorre compensare lo sviluppo per le alte luci, in pratica sottoesporre di circa il 25% o il 30% il nostro tempo di sviluppo in modo da contenere la gamma dinamica della scena, ma questa è una questione che affronteremo in un post a parte.

    Un grazie va inoltre al sito http://www.southbristolviews.com/, nel quale ho trovato questo incredibile strumento.

    Non mi resta che augurare a tutti un’estate piena di esperimenti e di grandi sorprese.

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